mercoledì 12 ottobre 2016

STEP 04:IL COLORE NELLA MITOLOGIA

Partendo dal mito dei colori,la Dea Greca IRIS o IRIDE, era messaggera degli dei, dotata di piedi veloci e di grandi ali. La cosa importante e fondamentale per il nostro discorso sui colori era che il suo passaggio permetteva la formazione dell' arcobaleno. Alcuni la descrivono con ali dorate, altri con una veste formata da gocce iridescenti, che creavano la via variopinta.

Qui sotto,alcune informazioni sulle usanze del Rosso nella storia antica. 

· Il rosso colore della vita, della vigoria e della forza

Il colore 'rosso' venne associato alle parole 'vino' e 'sangue', con significati di virtù magiche di potenziamento e glorificazione della vita, quindi salute, giovinezza, splendore, risurrezione, energia vitale. Secondo le civiltà antiche gli uomini e gli dèi sono stati creati e scaturiti dallo spargimento del sangue delle divinità, e per tal motivo il sangue occupa un ruolo determinante nei sacrifici di purificazione: attraverso l'unzione con il sangue si ottengono rigenerazione e ringiovanimento; utile era anche l'offerta della propria forza vitale attraverso flagellazioni, tagli, evirazioni, eccitazione... questo soprattutto in occasioni quali la morte di un dio, che si piangeva una volta l'anno, e significava la rigenerazione della natura (ad es. la morte di Dionisio, emblema del vino).

· Il rosso colore apotropaico e catartico

Le proprietà delle sostanze rosse erano essenzialmente di protezione, difesa e purificazione; ad esempio si utilizzavano amuleti per essere al sicuro dalle forze malefiche, bende di lana rossa avvolte attorno alla cosa/persona da proteggere, unzione di templi e case col sangue per placare e tenere lontani i dèmoni. Il sangue delle vittime nutriva la divinità, i morti, i dèmoni e li tranquillizzava tenendoli lontani dagli esseri viventi; per questo erano frequenti sacrifici di primogeniti, poi di animali (soprattutto il toro), e poi l'offerta di vino.

La purificazione avveniva inoltre attraverso l'immersione del corpo o parte di esso nel sangue dell'animale sgozzato, che anche per tale uso era quasi sempre un toro; tale sangue poi veniva fatto colare a terra e fatto penetrare nel terreno per dare nutrimento ai morti.

· Il rosso nell'uso funerario


Sin dalla preistoria si usava cospargere di cera rossa i cadaveri, secondo la credenza che il rosso avesse poteri purificatori, vivificatori, princìpi vitali... si utilizzavano sudari rossi e venivano posti fiori rossi sulle tombe (l'anemone scarlatto, il melograno, papaveri,...).

· Il rosso colore della regalità, della potenza e del lusso


Il rosso porpora è assolutamente simbolo di potenza, alta dignità, ricchezza, sovranità, sontuosità, merito del suo alto costo dello splendore e della difficoltà di produzione; secondo Goethe il rosso nel suo stato scuro e concentrato conferisce impressione di gravità e dignità, mentre nel suo stato chiaro e rarefatto di clemenza e grazia. Inizialmente l'utilizzo del rosso era esclusivo dell'ambito religioso, ma col tempo si ampliò a quello civile e profano: lo troviamo negli arredi sacri (tende, porte, stipiti), nelle vesti e nei mantelli per le statue divine, negli indumenti e nei troni dei sovrani, dei sacerdoti (per la concezione teocratica dell'origine divina dei re).

In Egitto il rosso divinatorio e regale coesisteva con quello nefasto e pericoloso del male. Nella nozione positiva esso era connesso a gioventù, salute, vigore, bellezza e forza (es. il 'flammeum' era un velo rosso-arancione indossato dalle spose romane il giorno delle nozze); ma nell'età Tardo-Imperiale romana la porpora perde il suo significato sacro, divenendo puro segno di superficialità a causa dello sfarzo e della ricchezza esagerati (così come era già accaduto in età Ellenistica in Grecia); esso riacquisterà valore solo con l'avvento del Cristianesimo.

· Il rosso colore della guerra


E' inevitabile abbinare il rosso all'idea di guerra, battaglia, azione eroica, all'ardere degli animi in lotta, al sangue versato sul campo e alle divise militari; così era per i popoli che di battaglie vivevano, e vivevano del nascondere, provocare, eccitare e spaventare. Anche nelle marce e nelle parate il rosso primeggiava, nella celebrazione del trionfatore e nella protezione di se stesso dagli spiriti delle sue vittime (indossava una corona oro, indumenti e viso tinti di rosso...).

· Il rosso colore degli Inferi e della distruzione

Questo colore, come abbiamo visto tutti gli altri, possiede connotazioni positive ma anche negative, che risiedono nell'istinto incontrollato di potenza, nell'egoismo, odio, crudeltà, rabbia, omicidio, stragi, distruzioni. Soprattutto in Egitto tale tonalità è sinonimo di collera divina, di pericolo, è collegato con l'idea della profondità (del sottosuolo) e con quella del fuoco, del magma infuocato, degli Inferi, dove le divinità maligne hanno sempre a che fare con il ferro, materiale ritenuto impuro e negativo quanto lo zolfo (tra giallo e rosso). Per cui i dèmoni devono risiedere in tale luogo nefasto, ardere nel fuoco, essere rossi ed assetati di sangue, feroci. In certi miti e credenze erano figure assetate di sangue quelle dee legate al vino, all'ubriachezza, all'eccitazione orgiastica che le rendeva cieche e furiose, facendo trasparire da un lato il contatto con la natura e l'amore per essa, ma allo stesso tempo ammonendo contro i pericoli del vino.

Fuoco e fiamme furono strumenti di vendetta e distruzione, favorendo l'analogia Rosso-Sangue-Omicidio (ad esempio nell'Apocalisse Satana è rappresentato come un drago rosso; in Egitto i dèmoni sono rossi: Seth, assassino del proprio fratello, è completamente rosso).


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